giovedì 12 marzo 2009

Analisi fondamentale di "qqq", non mi assumo responsabilità ;)

Ho deciso di riproporre il tuo commento perchè molto interessante. Io di analisi fondamentale non me ne intendo, pero' è bello avere anche un'opinione diversa e che ci possa spiegare in che situazione siamo. Bel commento.

Per Nicola: proviamo a fare una breve analisi fondamentale in modo oggettivo, distaccato e basato sulla semplice osservazione dei dati numerici, proprio come si fa (o si dovrebbe fare) nel trading, senza farci influenzare da niente che non sia la realtà che abbiamo davanti:
1) Il debito pubblico italiano ammonta al 105-106% del PIL, tuttavia nel nostro paese esiste un forte sommerso, che sfugge alle rilevazioni ufficiali e che rappresenta circa il 15-20% del PIL stesso, contro un 5% e anche meno degli altri paesi dell'area Euro: tenendo conto di questo dato il rapporto REALE scende al 90% circa, pienamente in linea con quello tendenziale di Inghilterra, Germania e Francia (per citare i più importanti), che nei prossimi mesi/anni vedranno gonfiarsi il loro debito pubblico a causa delle garanzie prestate al salvataggio delle loro banche e assicurazioni e degli incentivi all'industria.
2) Il debito italiano è in parte controbilanciato da un risparmio privato stimabile in svariate centinaia di miliardi di Euro, cosa che non esiste in nazioni come Inghilterra, Spagna e neppure nella blasonata Germania, dove le famiglie sono molto indebitate, anche oltre il 100% del loro reddito, causa lo sviluppo dissennato del credito al consumo.
3) L'Italia è il 4° paese al mondo come detentore di riserve auree, grazie all'indipendenza della Banca d'Italia che le ha sempre salvate dalle sgrinfie dei politicanti di turno, e 2° come rapporto fra le suddette riserve e il PIL.
4) Le banche italiane hanno e avranno certamente problemi ma hanno anche una leva finanziaria neppure paragonabile a quella degli istituti americani, inglesi, francesi e tedeschi, tre-quattro e in qualche caso anche cinque volte superiore.
5) La fuoriuscita dall'Euro anche di un paese di piccole dimensioni (Grecia o Portogallo, per es.) provocherebbe una ondata di avversione al rischio che si ripercuoterebbe come uno tsunami sui titoli del debito pubblico degli altri paesi "deboli", decretando la fine del sistema monetario europeo. Una moneta unica emessa solo da Francia e Germania non avrebbe senso e chi correrebbe il rischio, con una crisi del genere, di trovarsi a competere con un'Italia con una moneta ipersvalutata? Non dimentichiamoci che siamo una potenza manifatturiera mondiale e faremmo loro una concorrenza temibile.
In sintesi credo che la situazione, pur pessima, non sia per noi peggiore che per gli altri e che comunque sia meno dannoso tenere insieme il sistema piuttosto che favorirne la deriva. L'unica cosa che veramente mi angoscia sono i politici, di quelli (di tutti, non solo di quelli italiani)non mi fido proprio.
USA e Gran Bretagna, poi, meriterebbero un discorso a parte, ma il post diventerebbe un libro...
qqq

2 commenti:

  1. Caro Nicola, troppo onore. Se ci fossero le faccine, inserirei quella che arrossisce.
    Quella che ho postato è comunque una semplice analisi confutabilissima e che non vuole sminuire la portata della crisi in atto, purtroppo enorme,secondo me.
    Ciò che intendevo affermare è che una volta tanto, forse, siamo tutti sulla stessa barca e noi italiani potremmo non sentirci i soliti "cigni neri".
    Grazie ancora per i complimenti, che non merito. Quelli li meriti tu per l'eccellente lavoro che fai e soprattutto metti a disposizione di tutti.
    qqq

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  2. ;) se tutti facessero così sai che bel blog! Postate gente postate che la conoscenza rende consapevoli ed essere consapevoli ci permette di investire correttamente.

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